- I -

  Madre Gallina era arrogante e bigotta, riconosciuta da tutti per il suo temperamento burbero. Era ficcanaso e litigava per le cose le più piccole. Piume arruffate e occhi infuocati, le sue grida di rabbia soffocavano la cacofonia di galline e pulcini in cerca di cibo. In un « mondo giusto » gli stupidi e i malvagi non dovrebbero avere così tanto peso nella società, ma la forza primordiale che spinge alla sopravvivenza è la paura, e le altre galline avevano paura di lei. In quel momento stava riversando tutta la sua rabbia contro uno dei suoi figli. Era orribile come lo trattava, ma le altre galline avevano paura di lei e la lasciavano fare.

  Zaine non capiva perché sua madre non lo volesse. Faceva tutto come i suoi fratelli. Non era né più grande né più piccolo degli altri pulcini ma sua madre, quando cercò di avvicinarsi a lei, si gettò su di lui urlando. Lo prendeva per il becco e lo lanciava in aria.

  Piccolo com'era, quando cadde fece male; la terra era tappezzata di pezzi di corallo che gli pungeva la pelle fragile. Giorno dopo giorno era la stessa cosa. Ogni volta si riprendeva dolorosamente per raggiungere i suoi fratelli, ed ogni volta sua madre lo attaccava.

  Arrivò il giorno che il pulcino non ebbe più la forza di alzarsi. Sua madre era stata particolarmente feroce e, stordito, rimase fermo con gli occhi chiusi. I suoi fratelli e sorelle erano già lontani.

  Zaine pensava essere solo al mondo. Non aveva notato un cane che viveva vicino al pollaio. Nonostante le sue grandi dimensioni, Ram era calmo e tollerante. Vidi dal primo giorno come la madre trattava il povero pulcino. Vorrebbe intervenire prima ma sapeva che Zaine non l’avrebbe ascoltato perché il suo unico obiettivo era di essere accettato dalla madre. Il piccolo doveva rendersi conto dalla propria esperienza che sua madre non voleva nulla da lui. Ram si avvicinò lentamente. Zaine, aprendo gli occhi, vide il grosso cane e gridò. Ram lo prese dolcemente in bocca e lo mise in un luogo sicuro.

  Per giorni il pulcino rimase tra la vita e la morte, sempre gli occhi chiusi, mentre il cane lo incoraggiava a mangiare tenendogli il becco aperto per dargli il cibo. Due gatti vicini di casa, i gemelli Tima e Tomu, videro il comportamento vergognoso della madre, ed Accettarono di aiutare. Zaine stava meglio ma aveva paura di uscire dal suo nascondiglio. Se sua madre l'avesse trovato non lo avrebbe mai lasciato vivere, adesso ne era sicuro. Era felice di rimanere nel suo nascondiglio coccolato dai suoi amici che lo lasciavano fare, ma erano preoccupati.  

  « Perché mia madre non vuole niente di me quando ama i miei fratelli? » chiese al cane.

  Ram sapeva perché, ma esitò a dire al suo piccolo proteggé che la ragione dell'odio materno possa essere una cosa così stupida. I gatti pensavano, al contrario, che Zaine dovesse sapere la verità.

  « Va bene, » disse Ram. « Non le piaci perché sei diverso. »

  « Sono diverso? »

  « Guarda le piume dei tuoi fratelli, poi guarda le tue piume, » disse Tomu.

  Zaine guardò e vide che gli altri pulcini erano rosso scuro mentre lui era giallo chiaro. Non ci aveva mai pensato.

  « È a causa delle mie piume che mi rifiuta? » chiese incredulo.

  « È questa la ragione, » disse Tima. Un grosso scarafaggio catturò improvvisamente la sua attenzione e saltò, il corpo teso, verso lo sfortunato insetto.

  « Non posso cambiare il colore delle mie piume. Saro sempre in pericolo se resto qui. »

  Doveva trovare un posto dove fosse accettato, ma come fare? Dove incominciare? Chiese consiglio al cane.

  « Prima devi riprendere la salute, e superare la tua paura. »

   A poco a poco Zaine prese il coraggio di uscire, prima con i suoi amici che gli fecero da guardia. Ram gli insegnò a osservare in le cose in dettaglio e i gatti gli insegnarono come avvicinarsi al nemico di nascosto. Man mano che Zaine prendeva forza, cresceva e divento abile nel nascondersi. Senza essere notato, passo ore a guardare i suoi fratelli e all'inizio voleva davvero giocare con loro. Poi osservò sua madre e le altre galline che correvano freneticamente senza direzione, litigando per la minima cosa.

   « Finalmente, » pensò. « Sono contento di non essere accettato da questo gruppo. »  

  Si senti pronto per partire, ma rimandava perché non voleva lasciare i suoi amici. Ram ha trovato una barca che stava per partire da l'isola e Zaine sapeva che era giunto il momento. I suoi amici lo accompagnarono alla spiaggia e Zaine trovò una nicchia nascosta nella barca.

  Aveva il cuore spezzato, non voleva lasciare i suoi amici ma era troppo tardi per cambiare idea. 


- II -

  Passo’ un'anno dal viaggio clandestino di Zaine sulla barca. A metà destinazione la nave fu colta da una forte tempesta e quasi affondò da un'onda così alta che nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Gli uomini cercarono disperatamente di tenere la barca in posizione e pregarono il cielo di salvarli. All'inizio Zaine rimase in silenzio per paura di essere scoperto ma alla fine, terrorizzato, gridò. Era un grido diverso da tutti gli altri, tutta la sua tristezza e il suo dolore venne a galla in quel momento.

  Come se le sue grida fosse state ascoltate dagli dei, le acque si calmarono improvvisamente seguite da un silenzio così profondo che i marinai caddero in ginocchio in segno di gratitudine, convinti che Zaine fosse in qualche modo responsabile.

  Almeno questo pensava l'equipaggio. Continuarono il loro viaggio senza la minima difficoltà con il loro carico intatto, come se i venti avessero acconsentito a gonfiare le vele in modo che i marinai tornassero a casa in poco tempo. Una volta arrivati sulla loro isola, raccontarono la storia del piccolo galletto giallo che fermò la tempesta. È possibile che abbiano aggiunto e abbellito la storia, e quelli che l'ascoltavano abbiano anche aggiunto qualcosa.  

   Presto Zaine divenne una celebrità.

  All'inizio i sacerdoti non prestarono attenzione alle storie ma notarono meno offerte sui gradini del tempio, ed avevano una buona idea del perché. Neanche per un minuto pensavano che Zaine fosse un dio, ma non importava quello che pensavano. La cosa importante era di controllare ciò in cui credevano i devoti, e come sfruttare quelle credenze. Ora Zaine era un bellissimo gallo con piume che brillavano come oro al sole, la gente veniva da ogni parte per vederlo, e i sacerdoti lo portavano a vivere nel tempio del palazzo. Fu trattato come una divinità e il Sommo Sacerdote gli diede il nome di Gallo d'Oro.

  Due volte al giorno Zaine appariva nel cortile centrale per farsi adorare dalla gente che gli portava cibo e offerte in denaro. Alcuni tenevano delle buste con dentro delle preghiere che mettevano sui gradini del tempio. Un prete ricevette tutte le richieste e le offerte, promettendo che il Gallo d'Oro sarebbe intervenuto. Il resto della giornata Zaine non ebbe molto da fare, poiché gli era proibito lasciare il palazzo. All'inizio tutte le attenzioni e tutto il lusso furono abbastanza piacevoli; c'erano altri animali nel tempio e il cibo era delizioso, ma dopo un po' la monotonia divenne insopportabile.

  « Ho lasciato la mia isola ei miei amici perché non volevo essere diverso. Qui sono ancora più diverso, e i pericoli nel palazzo sono ancora più numerosi. 

  Vide come i preti esortavano i poveri a dare sempre più offerte, promettendo che il Gallo d'Oro sarebbe intervenuto nelle loro richieste. Il suo « entourage » erano piuttosto i suoi carcerieri. Doveva essere astuto per scappare, e anche se fosse riuscito a fuggire dal palazzo, come avrebbe potuto nascondere il suo piumaggio una volta fuori? Da pulcino era abbastanza facile muoversi e nascondersi. 

  Una notte, quando credeva che tutti dormissero, si alzò e si avvicinò alla finestra del palazzo. La strada era deserta e si sentiva terribilmente solo. Gli mancavano i suoi amici Ram, Tia e Tomu e si chiedeva se c'era un posto in cui si sarebbe mai sentito a casa sua.  

  « Non devi essere così triste, » disse una voce vicina. « C'è sempre una via d’uscita, ma bisogna essere pronti perché le opportunità raramente si presentano. »